Lo spazio bianco è la mia casa,
la mia cura, il mio porto.
La penna il mio strumento,
i tasti del pc l’unico esercito
e
al mio servizio.
Benvenuti nella mia alcova.
Scrivere è pericoloso. Infatti, avevo smesso. Poi ho ripreso. Lentamente, per me, come un tempo. Poi mi sono fatta leggere, in cerca di conferme rispetto a quanto valessi nulla. Chi cerca, trova. L’osso, nel mio mondo non si molla, mai! quindi le parole di chi trovava piacevole il mio scrivere, semplicemente le ignoravo, svalutavo, omettevo. Se ti piaccio, ti cancello. Così funzionavo.
Poi mi sono accorta di essere solo un granello di sabbia, di una spiaggia indescrivibilmente bella…
Mi sono accorta che stavo perdendo tempo. Io odio perdere tempo. Allora mi sono messa a fare il fiore: emano la mia essenza.
Scrivere è un atto magico, cambia la realtà.
Scrivere è un luogo, quello delle risposte.
Scrivere cambia il tempo. C’è un prima e un dopo l’aver scritto.
È un’offerta al mondo fuori. Un pezzo di sé donato agli altri. È un dono speciale che raccoglie solo chi decide di leggerselo tutto. Fino all’ultimo. Non è un campioncino gratuito selezionato sulla base delle tue preferenze, non è un articolo scritto da IA su misura per te, non è il frutto di un corso tenuto da esperti. Nel mio piccolo mondo, direttamente dalla mia bolla, ti dico che scrivere è di tutti e tutti potrebbero farlo – che bello sarebbe!!! – quotidianamente. Carta e penna sarebbe il top. Tutti dovrebbero scrivere la storia della propria vita, senza farsi dire dagli altri come. Siamo abituati a farci dire dagli altri come fare le cose. Non ci ricordiamo più com’è divertirsi, siamo costantemente intrattenuti e annoiati. C’è sempre un esperto a cui rivolgersi. Povera Creatività!…
…Ridotta alla fame, ha bisogno di tempo, intenzione, dedizione.
Quando arriva Soddisfazione ti chiedi “perché non l’ho fatto prima”?
quando arriva Leggerezza ti chiedi “come ho potuto essere così cocciuta”?
quando arrivano le risate da lacrime agli occhi, ti chiedi “perché odiavo le mie lacrime”?
Invidia a volte arriva a mostrarci la via. Se hai la fortuna di invidiare qualcuno, usala! Di solito invidiamo qualcuno che si è semplicemente preso il tempo di fare quello che anche noi desideriamo. Ma noi, ci limitiamo a desiderare. Invidiosi ci accartocciamo invece di uscire allo scoperto e lasciarci ossessionare dal nostro di talento. L’invidia è una maestra esigente, devi afferrare la lezione in tempi brevi, che poi fa danni. È pericoloso fingere di non conoscerla. E’ la condanna a morte di Creatività.
Qualcuno mi ha detto: “scrivi, hai talento” e io ho pensato “ma figurati! Come fai a dire che ho talento? Chi sono io per dire che non ne ho, che poi che vuol dire talento? E se non ne avessi? Dovrei per questo smettere di fare l’unica cosa che non mi ha mai tradito e mi ha sempre curato? Dovrei smettere perché non sono abbastanza brava? Perché non sono vendibile? Perché non rientro nei canoni di questo tempo? Che palle! Volevo solo divertirmi…
Scrivo, rallento e osservo il pensare.
Selezioni una parte e crei una forma da mettere nero su bianco. È come dipingere coi pensieri. Fatelo. È bellissimo. Crei una forma in un piano di realtà meno concreto della sedia sulla quale poggi le chiappe. Ma è una forma. Ed è tua. È arte. È un’espressione di te. È come costruisci il tuo mondo. Se scrivi e ti rileggi, osservi come funzioni. Ti piacerà guardare come vieni fuori È come guardarsi in uno specchio e andare sempre più a fondo. Sempre che tu non abbia deciso di volere imparare a scrivere bene, o come si deve, o per un pubblico da conquistare, un target da raggiungere. In tempi brevi. Quella è un’altra roba.
Il talento che cos’è? si misura nel numero di persone a cui piaci? O è piuttosto qualcosa che ha a che fare con come stai quando metti a disposizione del mondo quello che ti piace fare? e ci lavori con dedizione per darne la miglior versione possibile secondo il tuo gusto, a tuo godimento. Ci lavori e il tempo non ti basta mai perché vola.
Quindi se scrivere mi piace tanto e mi fa bene perché farmi leggere metteva a dura prova il mio coraggio? Cercavo la risposta con la solita ostinazione. Fiumi di parole scritte in ogni dove per trovare 2 risposte e 3 domande in omaggio: Perché tu 1) non hai talento e 2) non sei nessuno. 1) Chi ti credi di essere? 2) Ma non ti vergogni? 3) Come osi?
Ero speechless.
Scoprire di essermi sempre vergognata di tutto quello che mi passava per la testa e del piacere che provavo a perdermici dentro, non è stato piacevole. Mi sono sentita umiliata dalla mia ignoranza e poi, dopo, è stato epico perché….
….Giudizio di merda ti ho beccato! L’avevo beccato lo schifoso!
E poi? Poi una volta che lo becchi lo fotti perché non hai più 18 anni, sei diventata grande e sai che il Piacere è una cosa che va presa molto, ma molto sul serio. E va riabilitato, rianimato, curato insomma.
Il Giudizio, invece, lo fotto regolarmente, con discreta soddisfazione.
Scrivo perché mi piace. Non ne ho mai avuto, ancora, abbastanza.
Questa la mia alcova.
Questo il profumo della mia rosa.
Godo ergo sum.