Apro fb, scrollo e annuncio:

– Maria io esco! –

Lui alza lo sguardo dal tronco di legno che sta lavorando, mi fissa.

– Piantala, hai aggiornato il sito, fatto il blog, non ti nascondere! Condividi quello che fai anche sulle pagine fb!

– I miei contenuti non sono adatti a fb – ho abbassato il tono, l’autocommiserazione ha la strada spianata.

– I tuoi contenuti non sono adatti. Non sono adatti e basta. Anzi, sei tu a non essere né adatta né adattabile. Mai stata. Tu sei unica. Siamo tutti unici, ripuliti dall’accidia, sono parole tue. Hai fatto il diavolo a quattro per la libertà di espressione, per non essere censurata e darti voce, e ti censuri da sola? Ipocrisia, bella. Questa è ipocrisia!

– Ecco, l’hai detto, “bella”. Sai quanti “ciao bella, come stai?” mi sono arrivati?

– Ti sarà arrivato anche altro immagino.

– Mi è arrivato uno spaccato di realtà. Non riesco ad immaginare la relazione tra uomini e donne arrivare ad un punto più morto di questo. Per strada non ci si guarda nemmeno più…online è tutta un’altra storia.

Te la sei andata a cercare, bella – mi sorride con la faccia del “IoTeLoAvevoDetto”, gli caverei gli occhi. Senza occhi però le rughette del sorriso si rovinerebbero. Adoro quelle rughette.

– Hai ragione, l’ho data a tutti i profili che me l’hanno chiesta…mea culpa!

L’algoritmo, quella forza oscura che trama per noi, a nostra misura, deve essere sessista, all’antica, poco gender fluid: ha segnalato le mie foto aggiornate solo a profili maschili, così ora ho messanger che brulica. Proposte, inviti, offerte, avete capito. La normalità di FB.

Sono tanti anni che lavoro con le persone e so che quando due esseri umani sentono l’attrazione e la miccia si accende, parte la storia che appassiona più di ogni altra. Quell’attrazione è vita. Quell’attrazione sta agonizzando a giudicare da come siamo messi. La maggioranza delle persone che conosco sono rassegnate a non sentire più attrazione, a non cercarla, e soprattutto pensano sia fisiologico. Non lo è. Capite che non è fisiologico rinunciare ad una forza che è vitale?

È normale: la storia in due, dopo un po’, si trasforma in un incubo trito e ritrito che per quanto noioso e ripetitivo riesce a peggiorare col tempo. Quelli che all’inizio erano amanti appassionati, poi diventano nemici, accaniti nel farsi la guerra, specializzati nel puntare il dito contro. Sembra sia così da sempre e che per sempre così sarà. Adattati Antonia.

Eh no. Non mi adatto e non mi accontento. Siamo meglio di così. Possiamo avere una vita molto, molto, ma molto più appagante, divertente e godereccia di quanto pensiamo. Possiamo averla, se siamo disposti a rimboccarci le maniche e lavorare quotidianamente a questo nobile obiettivo. In prima persona e, lo ripeto, quotidianamente. Non ci sono scorciatoie, questa è la garanzia che ne vale la pena. Siete molto meglio dei profili che vi rappresentano, ne sono certa. Lasciatevi ispirare, se volete, da tutto ciò che condivido e scrivo della mia esperienza, ma portate pazienza, non ho tempo da sprecare e nemmeno voi. Piantatela di cercare donne innocue che non diano problemi, siete spesso voi a creare problemi con la vostra pigrizia, i vostri musi perché mamma non vi ha accontentato. Avete dimenticato chi siete. Siete dei guerrieri, siete forti, da voi ci aspettiamo e pretendiamo molto di più.

Invece avete fatto diventare un classico qualcosa di imbarazzante: “eh sorridi, ti ho fatto un complimento” è quello che dicono invece di chiedere scusa. Oppure decidono che è meglio non farne proprio più di complimenti, per evitare problemi. Che spreco.

Buffi questi uomini che non mettono in discussione l’efficacia delle loro azioni. A nessuno che venga in mente di rivisitare il proprio modo di complimentarsi. Peccato, ci sarebbe da divertirsi.

Quando ricevo complimenti io non solo sorrido, ma distolgo, anzi, abbasso lo sguardo e arrossisco. M’imbarazzo. E’ un evento raro ma estremamente piacevole anche per l’uomo che riesce a farmi sorridere abbassando lo sguardo Fare un complimento ad una donna è una sfida, un gioco che dà soddisfazione ad entrambe le parti. Altrimenti che gioco sarebbe? Non basta dire ad una donna che mostra meno della sua età, per farle un complimento. Quella per me è un’offesa ma ci passo sopra, mi rendo conto che per tante, troppe!!! è ancora una cosa bella da sentirsi dire. Una donna è un mistero da esplorare. Che modi avete per avvicinarvi ad un mistero da esplorare? Ma perché perdete tempo?

A quelli che mi hanno mandato immagini e filmati porno devo riconoscere la schiettezza. L’audacia no perché, nascosti dietro ad un profilo Fb non esistono elementi per parlare di audacia. Però gradisco l’andare dritti al sodo, non mi piace perdere tempo. Spero apprezzeranno la mia tempestiva risposta, altrettanto chiara e diretta. In effetti sono gli unici a cui ho risposto.

A tutti gli altri rispondo qui.

Ringrazio per la premura tutti quelli che mi hanno chiesto come sto e augurato la buona giornata con fiori allegati. Nel mio profilo ci sono parecchie informazioni su di me e indizi su come sto. Dallo stesso profilo, se uno ha voglia di conoscermi, come tanti hanno dichiarato, si possono raccogliere una valanga di informazioni su di me incluso il lavoro che porto avanti. Peccato così tanti di voi si siano fermati ad una fotografia, oltre al sorriso che vi è piaciuto così tanto, ci sono diverse cose di cui mi occupo. Chattare e vivere relazioni online è perdere tempo prezioso. Ricordatevi che avete un corpo! Non mi capacito che siano ancora così tanti i profili dediti a una modalità così sterile e noiosa. Io signori non so che farmene di una immagine su schermo o di parole scritte da uno sconosciuto che si dichiara ammaliato dalla mia bellezza ma non abbastanza da andare a vedere chi è questa bellezza. Sono Antonia e vado lontano. Voi che trovate il mio sorriso tanto bello, se mi incontraste di persona, scappereste a gambe levate in pochi istanti. Oppure non mi vedreste neppure. Che bello sarebbe se iniziaste a guardarvi in giro con lo stesso interesse con cui scrollate. Che bello sarebbe se al posto di mandare il buongiorno ad una sconosciuta, inviaste quel mazzo di fiori, senza ragione alcuna, alla donna che vive nei vostri pensieri e abita la vostra quotidianità. Che bello sarebbe se i tipi che mi hanno mandato del porno riuscissero a far tesoro di quella aggressività e la trasformassero in audacia.

Che bello sarebbe se tornassimo a parlarci, a piedi nudi nel prato, tra uomini e donne intendo.

Vi regalo in omaggio una consulenza gratuita per chi è riuscito ad arrivare fin qui.

A quelli che chiedono “come stai?” suggerisco di chiederlo anche alle donne che incontrano in carne e ossa. Chiedetelo con la stessa premura, guardatele dritte negli occhi e ascoltate con molta attenzione le loro risposte. Prima di bollare questa cosa come una provocazione, provate a farlo. Seriamente. Chiedere a qualcuno come sta è una domandona, che avete imparato a liquidare automaticamente per passare ad altro di meno pericoloso. Chiedere a qualcuno come sta, guardarlo negli occhi e stare ad aspettare la risposta è una roba potente. La maggior parte di chi mi legge non credo sia in grado di farlo. Ma provate, è solo provando che si impara. Capirete di esserci riusciti quando avvertirete, fisicamente, un cambiamento. Potrebbe essere il cuore a farsi sentire. Mettersi in ascolto e stare in silenzio quando si è in due, spesso, fa aumentare il battito cardiaco.

La vita in carne e ossa, quella vissuta, è di più di quella roba che fate online. Meglio di qualsiasi avventura scritta o narrata. Godetevela!

Mattino, esco di casa prima di aver bevuto il caffè, sto andando a procacciare la colazione. Camuffata dietro ad occhialoni e cappello oversize per difendermi dal sole e dal mondo, sono fiduciosa che nessuno mi vedrà. Cammino ancora dormendo e sento “Ciao Antonia!” è la gran bella voce di un uomo, dall’altra parte della strada che mi saluta con un sorriso radioso. Ha dovuto alzare la voce per farsi sentire, superare gli impervi ostacoli acustici di quella circostanza e rischiare persino che io non lo sentissi. Lo conosco, dice anche altro ma io non sento. C’è il rumore delle macchine che passano e la carenza di caffè a dividerci. Gli faccio cenno che sono sorda e ricambio il saluto. Riprendo a camminare sorridendo. Quello, quello è un “ciao Antonia che mi piace! E lui non me ne vorrà se affermo che ognuno di voi sarebbe capace di un’impresa del genere. Là fuori, brulica di vita. Alzate la testa, guardatevi in giro, siate migliori. È così che io vi vedo, senza nemmeno aver guardato la vostra foto profilo.

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